I Lamb a Milano: due anime alla conquista della nostra.

Scritto da il 6 Dicembre 2019

C’è chi li ricorderà i Lamb giusto per “Gabriel”, singolo contenuto nel loro terzo album – “What Sound” – che li consacrò nel 2001. Ma il duo di Manchester in questi vent’anni e passa di carriera si è caratterizzato per un percorso artistico musicalmente invidiabile e coerente, sebbene accidentato da separazioni. Lo dimostra l’ultimo lavoro, quel “The Secret Of Letting Go” che contiene già nel titolo un invito a lasciarsi avvolgere dalle atmosfere oniriche e cangianti del loro collaudatissimo sound. E che la cantautrice Lou Rodhes e il polistrumentista e produttore Andy Barlow hanno deciso di portare in tour, passando anche per l’Italia: il 30 novembre alla Santeria di Milano e il 1° dicembre al Locomotiv Club di Bologna.

In una fredda serata milanese, il ricercato ambiente della Santeria accoglie un pubblico estremamente variegato: uomini e donne che, un tempo ragazzi, han sognato e amato sulle note di “Górecki” ma anche giovani stregati dalle atmosfere elegantemente trip hop dei Lamb. Il concerto si apre, come il nuovo disco, con la toccante “Phosphorous”: la Rodhes appare in un flessuoso abito bianco da dea pagana, coronata da una raggiera di piume nere. Si cambierà a metà serata, con un abito stile impero dello stesso colore ma orlato d’oro.

Nella sua voce, da sempre, c’è qualcosa di estremamente commovente: un timbro capace di aprire un cuore a metà e rivelarne il contenuto. Ma il duo ha altrettante anime, come fa capire dalla sua postazione lo scatenato Barlow: è subito la volta di “Armageddon Waits”, brano dal ritmo travolgente e dal sound vagamente cinematografico, che non sfigurerebbe in una colonna sonora di James Bond. La scaletta si concentra principalmente sull’album da poco pubblicato ma non tralascia i brani più amati: come “As Satellites Go By”, dove le due anime si sposano in un brano delicatissimo. Che, verso la sua conclusione, impenna strumentalmente e vocalmente lasciando chi guarda e ascolta senza fiato.

Tanti momenti intimi, uno per tutti quello durante “One Hand Clapping” in cui la cantante chiede e ottiene tutti gli spettatori eseguano all’unisono un delicato coro d’accompagnamento. Eleggendoli alla fine the best voice ever. Di contro, altrettanto memorabili sono i passaggi serratissimi e acidi come “Bulletrproof”. Intramezzati da tracce potentemente strumentali, per esempio la psichedelica “Deep Delirium” o l’oscura “Merge”.

Sembra quasi che Andy Barlow voglia perderci nei suoi labirinti di musica elettronica mentre Lou Rodhes ci riporta sulla terra per farci da guida verso il cielo con il suo canto. Tra loro Jon Thorne, Nikolaj Bjerre, Kevin Davey, Quinta e Danny Lohner: eccellenti musicisti che hanno contribuito a rendere indimenticabile anche questo concerto dei Lamb.

Setlist

Phosphorous

Armageddon Waits

We Fall In Love

Illumina

Imperial Measures

The Secret Of Letting Go

Deep Delirium

Gabriel

Bulletrproof

Merge

The Silence In Between

One Hand Clapping

Encore

Angelica

As Satellites Go By

Backspace

Unwind

Górecki

Trans Fatty Acid


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