Irccs Neurolesi, sospeso avviso per stabilizzazione ricercatori. La Cisl Fp scrive all’azienda e all’assessore regionale alla Salute

Scritto da il 23 Settembre 2020

La Cisl Funzione Pubblica considera «improvviso ed inspiegabile» la decisione dell’Irccs Piemonte di sospendere l’avviso di ricognizione del personale precario della Ricerca e di Supporto che avrebbe portato alla stabilizzazione di tanti ricercatori grazie allo stanziamento di circa un milione e duecento mila euro da parte del Ministero della Salute – Settore Ricerca ed Innovazione in Sanità.

La responsabile organizzativa della Cisl Fp Messina, Giovanna Bicchieri e il referente aziendale Giuseppe Raineri, hanno scritto alla direzione aziendale, sanitaria, scientifica e amministrativa del Centro Neurolesi, oltre che al direttore generale della Ricerca e dell’Innovazione in Sanità e all’assessore regionale alla Salute per evidenziare come «i ricercatori interessati abbiano maturato i requisiti richiesti per la loro stabilizzazione e che  il termine ultimo per beneficiare del suddetto fondo è di imminente scadenza».

La Cisl Funzione Pubblica sottolinea nella lettera come il personale è impiegato per 45 ore settimanali e poi per altre 20 ore nell’ambito del progetto regionale della Telemedicina con un compenso che va da un minimo di 10.800 euro annui lordi ad un massimo di 12.000 euro annui lordi mentre quello solo per la TeleMedicina dovrebbe essere di 39mila l’anno. «Il personale dedicato alla Telemedicina, ed individuato nel Progetto di Ricerca – sottolineano la Bicchieri e Raineri – non possiede alcuna competenza specifica nell’ambito della rilevazione dei parametri corporei vitali e nel trattamento dei dati sensibili dei pazienti assistiti presso il loro domicilio, mentre sembrerebbe che al contrario nel relativo Decreto Assessoriale si faccia riferimento a figure professionali già formate. Quindi riteniamo necessario valorizzare le professionalità acquisite, mediante la stipulazione di un contratto individuale di lavoro del pubblico impiego, a tempo determinato, e di dare la speranza di un futuro certo pure ai precari della ricerca».


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