“Island Of Doom”: Agnes Obel si interroga sulla morte.

Scritto da il 4 Novembre 2019

“Per esperienza, quando persone che ti sono care muoiono è semplicemente impossibile comprendere che non potrai mai più parlarci o raggiungerle in qualche modo. Loro sono ancora vive perché nella tua percezione nulla è cambiato, loro sono ancora lì insieme a chiunque altro conosci”.

 

È questa la sensazione che Agnes Obel ha voluto esprimere attraverso “Island Of Doom”: il nuovo singolo non a caso pubblicato a ridosso del periodo in cui si celebrano ricorrenze intorno al concerto di trapasso. Che si tratti di Samhain, Halloween o del nostro Giorno Dei Morti poco importa.

 

Un assaggio del disco di prossima uscita – “Myopia” – che conferma l’enorme talento della cantante e musicista di origini danesi, che da anni vive a Berlino e ha da poco firmato un importante contratto con la prestigiosa Deutsche Grammophon.

 

Sempre sospesa tra atmosfere musicalmente eteree e testi che affrontano vicende morbose e rapporti viscerali con un distacco quasi cinico, Agnes Obel non si smentisce neanche stavolta: gli strumenti classici e la voce algida, quando serve, sono processati artificialmente a sottolineare compiutamente questa sua doppia natura. In “Island Of Doom” il racconto si snoda a partire dall’istantanea di una stanza dove qualcuno è appena morto, ma con accenti quasi da scena del crimine. Il defunto parla di sé definendosi “soltanto un altro sciocco che la terra inghiotte”. A chi resta non rimane che fantasticare su ciò che ci attende tutti, ponendosi domande senza risposta tranne che per una inquietante conta conclusiva.

 

E su “Myopia” la Obel anticipa che si tratterà di un album sul dubbio e la fiducia. “Puoi fidarti di te, dei tuoi giudizi, di star facendo la cosa giusta, dei tuoi istinti e dei tuoi sentimenti? E se anche i tuoi sentimenti fossero distorti?” Domande importanti che verranno presto tradotte in musica.


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