Miley Cyrus e Stevie Nicks: l’incontro che scatena “Edge Of Midnight (Midnight Sky Remix)”.

Scritto da il 16 Novembre 2020

Passano gli anni e Miley Cyrus continua a cementare la propria versatilità: lontani i tempi in cui sembrava principalmente mossa dal bisogno di distruggere l’immagine di Hannah Montana, personaggio che l’aveva resa famosa in tutto il mondo, quest’estate la cantautrice e attrice statunitense è tornata con “Midnight Sky”: un singolo in grado di convincere pubblico e critica, anticipazione del disco “Plastic Hearts” in uscita il prossimo 27 novembre.

Il brano è una gioiosa rivendicazione di libertà e indipendenza – dopo la separazione da Liam Hemsworth, storico fidanzato prima ed ex marito poi – che attinge dichiaratamente dalla hit “Edge Of Seventeen” della leggendaria Stevie Nicks. La Cyrus – durante un’intervista al “The Tonight Show Starring Jimmy Fallon” – ha raccontato di aver ricevuto dalla cantante dell’Arizona, insieme al permesso di utilizzare il sample del pezzo in questione, anche quella che ha definito «la lettera più fica di sempre». E che sanciva «puoi prendere in prestito da me in qualunque momento».

Vista l’evidente stima reciproca perché non capitalizzare la cosa? Nasce quindi “Edge Of Midnight (Midnight Sky Remix)”: una vera e propria unione di forze tra le due, per un mash-up che si rivela un’opportunità per la Nicks di essere scoperta dalle nuove generazioni. Ma anche di far risentire la propria voce a chi non l’ha mai davvero dimenticata, sia da solista sia per i lavori con i Fleetwood Mac. Così la Cyrus, attraverso i suoi profili social, ha annunciato la pubblicazione: «Stevie Nicks è sempre stata il mio idolo e la mia ispirazione. È un onore adesso poterla chiamare mia amica e collaboratrice». La risposta non si è fatta attendere ed è arrivata via Twitter: «Duettare con Miley Cyrus… Magico! Ho amato cantare con lei! Sempre disponibile».

L’ex stellina Disney non è nuova a esibirsi con i mostri sacri della musica: per esempio in un duetto – per la verità non molto riuscito – con Madonna sulle note di “Don’t Tell Me” in mash-up con “We Can’t Stop”. O con i Doors in “Roadhouse Blues”, con Billy Idol in una energicissima resa dal vivo di “Rebel Yell” e, ancora, in una deliziosa versione di “Tiny Dancer” con Elton John a cantare e accompagnarla al piano in occasione della sessantesima edizione dei Grammy Awards.

La Cyrus, inoltre, si è fatta nel tempo apprezzare da un pubblico più vasto tramite una serie di notevoli cover: in principio fu “Jolene” di Dolly Parton – notoriamente la sua madrina – all’interno delle cosiddette “The Backyard Sessions”. Si prosegue con l’ultimo Glastonbury Festival dove, rivelando una piacevole attitudine rock, si è cimentata in “Back To Black” di Amy Winehouse in mash-up con la sua “Nothing Breaks Like A Heart” – il premiatissimo Mark Ronson è produttore di entrambi i brani – “Black Dog” dei Led Zeppelin e “Nothing Else Matters” dei Metallica, che sta pensando di omaggiare con un intero album tributo. Più recentemente ha ottenuto eccellenti riscontri con le sue riletture di “Give Me More” di Britney Spears, “Maneater” degli Hall And Oates, “Boys Don’t Cry” dei The Cure, un’applauditissima – persino dalla stessa Debbie Harry – “Heart Of Glass” dei Blondie e, soprattutto, una spettacolare “Zombie” dei The Cranberries. Alcune di queste cover si sa già saranno incluse in “Plastic Hearts”: non resta che aspettare il 27 novembre. Del resto, come si legge spesso nei commenti ai suoi video: «la vita è troppo breve per fingere che Miley Cyrus non vi piaccia».


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