“Anima”: quanto è cambiata quella di Thom Yorke
Scritto da Cristian Pandolfino il 24 Luglio 2019
Strano caso quello di Thom Yorke: in un periodo che ha definito di blocco creativo sforna la colonna sonora di “Suspiria”, variazione cinematografica e omaggio al film di Dario Argento, continua a portare sui palchi di tutto il mondo il tour “Tomorrow’s Modern Boxes”, pubblica un nuovo disco dal titolo “Anima”e recita in un omonimo cortometraggio musicale realizzato per Netflix con la regia di Paul Thomas Anderson.
Frontman dei Radiohead, una tra le band più sperimentali e coraggiose di tutti i tempi, Thom Yorke è sempre apparso sospeso tra un songwriting intimista e vorticose esplosioni elettroniche. Mai come adesso, però, riesce a rimanere in perfetto equilibrio tra questi due poli: lo dimostrano l’ultimo lavoro e lo può confermare chiunque l’abbia ascoltato dal vivo nella serie di recenti concerti, che ha toccato anche l’Italia per 5 date.
Accompagnato sul palco dal produttore Nigel Godrich e dall’artista multimediale Tarik Barri, il cantante inglese non concede nulla al repertorio dei Radiohead. Si concentra, invece, sul suo materiale da solista, rispolverando giusto qualche brano degli Atoms For Peace – il supergruppo creato con il già citato Godrich, Flea dei Red Hot Chili Peppers, il batterista Joey Waronker e il percussionista Mauro Refosco.
Video visionari e atmosfere aliene contribuiscono a esaltare le sonorità avveniristiche unite a testi che si interrogano – non senza ansia – sul futuro dell’umanità e sul ruolo che ha l’individuo in essa. Il tutto catalizzato da un Thom Yorke sorprendentemente gioioso, che balla forsennatamente sul palco e gioca a provocare il pubblico. Avvantaggiato nel nostro Paese dal suo italiano ormai non più così stentato, merito del recente amore per l’attrice palermitana Dajana Roncione. La cui influenza, forse, non si limita solo all’ambito linguistico. Di sicuro, però, l’inedito stato d’animo ha partorito un “Anima” che è un capolavoro.