MESSINA SI-CURA: IL PROGETTO SI ARRICCHISCE PER IL RILANCIO MESSINESE

Scritto da il 28 Aprile 2020

«L’autoreferenzialità dell’Amministrazione Comunale condannerà Messina a non avere un piano per il rilancio economico post-coronavirus», così il Comitato Messina in Azione apostrofa l’operato dell’Amministrazione De Luca.

«L’impegno per Messina non manca ed è per questo che continuiamo a lavorare sul programma Messina Si-Cura, che punta in prima battuta al potenziamento sanitario nel settore privato, per mettere in sicurezza lavoratori e clienti, e in secondo luogo alla “sburocratizzazione” degli interventi a sostegno delle imprese, senza necessità di presentare domande di rinnovo per autorizzazioni e concessioni» spiegano gli attivisti. «Lo strumento principale sarà il Fondo di Garanzia, costituito dai 32 milioni individuati dal Comune, che non ha però ancora fatto conoscere come intenderà utilizzarli. Al Fondo di Garanzia dovranno fare seguito tutte le esenzioni dal pagamento di tasse comunali, spese per occupazione di suolo pubblico e voci di costo che possono essere facilmente depennate a livello locale, se ci sarà la volontà politico-amministrativa di provvedere»

I primi settori destinatari degli interventi saranno ristorazione, sport e lidi. «Per quanto riguarda i ristoranti il progetto prevede un piano specifico per la gestione dei coperti, l’occupazione di suolo pubblico esterno ai locali e la viabilità per raggiungere e usufruire dei servizi di ristorazione. Per le associazioni sportive il progetto prevede l’allestimento di spazi all’aperto – pensando all’interlocuzione con l’Autorità Portuale per la concessione della Fiera e Maregrosso – per consentire agli utenti di allenarsi e frequentare i corsi offerti dagli operatori, garantendo continuità lavorativa anche d’estate. Infine per i lidi, Azione sottolinea l’importanza dell’intervento del Governo Regionale per l’estensione delle superfici demaniali date in concessione»

Le proposte del Comitato sono contenute nel progetto altamente innovativo e strutturato in chiave preventiva, al fine di evitare anche un effetto “di ritorno” dei contagi, garantendo sicurezza per la cittadinanza e ottimali condizioni di lavoro per gli esercenti.


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